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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 14 gennaio 2016

la_corrispondenzaSettimana cinematografica fatta di ritorni. Grandi, attesi, (in)desiderati…

La corrispondenza, per esempio, segna il rientro di Giuseppe Tornatore, ma pure, nella finzione, l’assenza di Jeremy Irons. Egli è un professore di astrofisica svanito nel nulla, che però contatta di continuo un’universitaria innamorata di lui (Olga Kurylenko) che suole darsi da fare come controfigura in produzioni cinetelevisive. È lei che si mette a cercarlo. Al contrario si palesa alquanto presto Mark Wahlberg, padre di due bambini ed ex-compagno di Linda Cardellini, anche se l’attuale marito Will Ferrell ne farebbe volentieri a meno: infatti, sente di non poter competere con lui… Si tratta della nuova commedia di Sean Anders Daddy’s Home. Leonardo DiCaprio, dal canto suo, in Revenant – Redivivo (unico titolo in circolazione da sabato 16) di Alejandro González Iñárritu, è dato addirittura per morto dopo l’aggressione subita da un orso. Siamo nel XIX secolo, e i suoi compagni cacciatori, fra i quali c’è lo scorretto Tom Hardy, lo abbandonano. L’uomo dovrà superare un rigido inverno. Il soggetto discende da una storia realmente accaduta. Un altro che ha l’abitudine di non arrendersi è Sylvester Stallone, una volta di più nei panni di Rocky Balboa. Tuttavia in Creed – Nato per combattere il noto pugile resta defilato, dato che il protagonista è Michael B. Jordan, ovvero il figlio del suo antico avversario che, dopo molte ritrosie, il nostro accetta di allenare. La regia è di Ryan Coogler. Dietro la macchina da presa del tedesco Il labirinto del silenzio c’è Giulio Ricciarelli, mentre il cast è formato da Alexander Fehling, André Szymanski, Friederike Becht e Gert Voss. Ancora una vicenda in cui si guarda indietro: alla fine degli anni ’50 un procuratore raccoglie prove contro i criminali nazisti, tra fatti taciuti e terribili responsabilità.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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