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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 14 aprile 2016

criminalI primi quattro titoli escono già mercoledì 13, mentre la promozione di Cinema Days (3 € a ingresso) dura fino al 14.

Del tranquillo Zac Efron un De Niro su di giri è il Nonno scatenato nell’omonimo film di Dan Mazer, ma una certa concitazione si ravvisa anche in Hardcore! di Ilya Naishuller (con Sharlto Copley e Tim Roth), simil-videogame in soggettiva in cui uno smemorato deve correre e sparare. Amnesie perfino per Kevin Costner in Criminal di Ariel Vromen (con Tommy Lee Jones e Oldman, Reynolds, Gadot), manigoldo nel quale vengono impiantati i ricordi di una spia defunta. Si parla di passato pure in Un’estate in Provenza: gli agricoltori Jean Reno e Anna Galiena (diretti da Rose Bosch) accolgono i poco entusiasti nipotini di città. Conflitto generazionale e rimembranze aleggiano inoltre in Les souvenirs di Jean-Paul Rouve (che fa un cameo) con Mathieu Spinosi, Annie Cordy, Michel Blanc e Chantal Lauby, storia di un ragazzo che cerca la sua strada e la nonna fuggita. Ancora giovani in Fiore del deserto (di Sherry Hormann con Liya Kebede), biografia di un’impegnata modella somala, e in The Idol (di Hany Abu-Assad con Tawfeek Barhom), ulteriore vicenda reale di un aspirante cantante palestinese; e addirittura giovanissimi ne Il bambino di vetro (di Federico Cruciani con Paolo Briguglia, presa di coscienza del figlio di un furfante) e ne Il libro della giungla (di Jon Favreau con il piccolo Neel Sethi nella parte del “cucciolo d’uomo” circondato da animali in CG). Un frugoletto è poi al centro di Nemiche per la pelle (di Luca Lucini), con Buy e Gerini in competizione per il suo affidamento (il loro ex è il padre). Di parentele acquisite tratta finanche Noah Baumbach in Mistress America, dove le quasi sorellastre Greta Gerwig e Lola Kirke sviluppano un sodalizio. Si vira al cupo con Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai con un Michele Riondino malato e rancoroso.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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