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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 12 gennaio 2017

Una settimana cinematografica fatta di verità da chiarire. Modi e atmosfere cambiano, ma tutte le pellicole sono ambientate nel passato.

Rappresenta una sorta di indagine Magic Island, documentario di Marco Amenta incentrato sul musicista Andrea Schiavelli che si reca in Sicilia per chiudere un conto, alla (ri)scoperta di suo padre Vincent, noto caratterista scomparso nel 2005 nell’originaria Polizzi Generosa, mentre il drammatico Nebbia in agosto di Kai Wessel, tratto da un libro ispirato a una storia vera, racconta di un orfano ricoverato in una clinica psichiatrica nazista (Ivo Pietzcker) il quale, accortosi dei crudeli esperimenti condotti dal medico Sebastian Koch su vari pazienti, pianifica una rischiosa fuga collettiva. Un’altra vicenda reale e un ulteriore romanzo alimentano rispettivamente anche i successivi film di cui andiamo a parlare: The Founder, per la regia di John Lee Hancock, e Silence diretto da Martin Scorsese. Il primo vede come mattatore Michael Keaton, nella parte di un ambizioso piazzista che negli anni ’50 fiuta un affarone dietro al chiosco di hamburger dei fratelli McDonald (John Carroll Lynch e Nick Offerman), aiutandoli a incrementare gli affari e insinuandosi pure nella società… Nel cast Laura Dern, Linda Cardellini e Patrick Wilson. Nel secondo i missionari gesuiti portoghesi del XVII secolo Andrew Garfield e Adam Driver intraprendono un lungo viaggio per il Giappone (dove sono in atto persecuzioni religiose), sulle tracce del loro maestro, Liam Neeson, che forse ha abbandonato la fede. Infine, l’ultima guerra mondiale fa da sfondo alla difficile, insidiosa relazione (che inizia in Marocco, prosegue in Inghilterra ed è decisamente condizionata dagli eventi esterni) tra la spia Brad Pitt e la combattente Marion Cotillard in Allied – Un’ombra nascosta (con Jared Harris, Lizzy Caplan, Simon McBurney), firmato da Robert Zemeckis.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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