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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 5 dicembre 2019

Uscite al cinema tra misteri e riaffermazioni personali più o meno lecite. Si spazia dalle ricostruzioni della realtà al mero intrattenimento, pure d’autore.

Prima settimana di dicembre. Le uscite al cinema concernono traguardi e imbrogli.

Due novità dalla Francia, Qualcosa di meraviglioso (di Pierre-François Martin-Laval, in cameo), sulla vera storia d’un campioncino di scacchi (qui Ahmed Assad) giunto a Parigi con il padre profugo (Mizanur Rahaman), poi allenato dal burbero Gérard Depardieu assistito dalla paziente Isabelle Nanty, e Un sogno per papà (di Julien Rappeneau), dove il piccolo (anche di statura) calciatore Maleaume Paquin finge un reclutamento all’Arsenal sperando che il papà François Damiens, incline alla bottiglia e alla rissa, si dia una regolata (nel cast Dussollier, Sagnier e Dosch). Lo stesso Paese co-produce Il paradiso probabilmente, diretto da Elia Suleiman, il quale viaggia as himself in cerca di finanziamenti per il prossimo film, condizionato dalla sua identità palestinese.

È alquanto solitario pure Marco D’Amore, regista-attore de L’Immortale (spin-off della serie Gomorra), ancora nei panni del boss Ciro, in trasferta in Lettonia con altri traffici. Parlando di crimine, tratta di truffe Bill Condon ne L’inganno perfetto, in cui Mirren e McKellen si conoscono grazie a un sito; pare l’inizio d’un rapporto âgé, ma il secondo ha losche intenzioni… Si approda al sospetto d’omicidio (dell’anziano scrittore Christopher Plummer) nel giallo-rosa Cena con delitto – Knives Out: Rian Johnson coordina il detective Daniel Craig, gli ambigui parenti della facoltosa vittima Jamie Lee Curtis, Chris Evans, Michael Shannon, Toni Collette, Don Johnson nonché l’infermiera Ana de Armas in una serrata indagine.

Pare quantomeno controversa, inoltre, la situazione del prete Fabrizio Rizzolo (che di notte, causa insonnia, aiuta i derelitti) ne I passi leggeri (di Vittorio Rifranti), mentre il religioso Ghiaie di Fabio Corsaro narra le apparizioni mariane alla bimba Adelaide (Federica Bruno) nel ’44 nel luogo del titolo.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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