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Grandi Sche(r)mi – Nuove uscite al cinema del 19 settembre 2019

Film di varia “misura” s’affrontano tra le nuove uscite al cinema. Comunque tutti (e non solo i noti Tarantino, Lelouch e Lee) propongono spunti di riflessione.

Risvolti imprevisti (o prevedibili) marchiano le nuove uscite al cinema. Accenniamo…

Sbarcano già mercoledì 18 due titoli molto diversi: Rosa di Katja Colja riguarda una signora meridionale (Lunetta Savino) che vive a Trieste ed è in freddo con il marito dopo la scomparsa della figlia; C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino si svolge nel fatidico 1969 e segue le alterne vicende di un divo in declino (DiCaprio) e la sua fedele controfigura (Pitt) parallelamente a quelle dell’attrice realmente esistita Sharon Tate (Robbie).

Decisamente al femminile la commedia di Lisa Azuelos Selfie di famiglia, dove Sandrine Kiberlain diventa una madre con l’ansia da filmato a causa dell’imminente partenza per il Canada dell’ultimogenita Thaïs Alessandrin, mentre un romanticismo sui generis (d’autore) intride I migliori anni della nostra vita, nel quale Claude Lelouch riunisce un uomo (Trintignant) e una donna (Aimée), anziani e (im)memori della loro antica, fugace storia d’amore, e Burning – L’amore brucia, in cui Lee Chang-dong narra l’incipiente relazione tra Yoo Ah-in e Jun Jong-seo disturbata da un ricco, ambiguo terzo incomodo (Steven Yeun).

Di malefatte parlano Fulvio Risuleo con Il colpo del cane (con le dogsitter improvvisate Daphne Scoccia e Silvia D’Amico che si fan rapire sotto il naso un prezioso bulldog francese dal falso veterinario Edoardo Pesce) e Jason Flemyng in Eat Local – A cena coi vampiri (nel cast Freema Agyeman e Eve Myles), incentrato su una riunione periodica di succhiasangue inglesi turbata dall’irruzione di forze speciali.

Sfondo più teatrale per Aspettando la Bardot di Marco Cervelli (con Peppino Mazzotta), su una troupe influenzata dal proprio lavoro, intanto che il doc canadese Antropocene – L’epoca umana (di Jennifer Baichwal, Edward Burtynsky e Nicholas de Pencier) illustra i danni forse irreversibili inflitti al pianeta dalla nostra specie.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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