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Gli Innominati,una nuova drammaturgia per Manzoni

A grande richiesta Gli Innominati è stato rappresentato, nella serata di venerdì 20 gennaio, presso il teatro Lelio di Palermo nell’ambito della rassegna Casual Theatre Project.

innominatiGli Innominati aveva già visto le scene lo scorso 10 Dicembre presso il teatro del carcere Pagliarelli. In quell’occasione, una struggente emozione aveva pervaso tutti coloro che vi avevano assistito, tra carcerati e il ridotto numero di spettatori che erano riusciti ad accedervi.

I Promessi Sposi, cuore dell’ italica letteratura, viene aperto e sviscerato dalla drammaturga Chiara Giacopelli  onde trarne linfa vitale per  il suo  “Gli innominati”, suggestivo titolo di questa riuscita pièce-balletto.

Innominati sono quei personaggi della vicenda manzoniana che come asteroidi gli innominatiimpazzite si schiantano nell’oblio della ragione e dei sensi, dando forma e vita ad una macchia oscura destinata a dilatarsi inesorabilmente.

La Giacopelli li rintraccia uno ad uno (Don Rodrigo e L’Innominato, Don Abbondio e l’avvocato Azzeccagarbugli, Gertrude la monaca di Monza), li rende protagonisti assoluti e ne colloca azioni, opere, intemperanze e omissioni in una sorta di inesorabile inferno dantesco.

Renzo e Lucia, dal canto loro, sono due pallidi fanciulli dalla fede incrollabile e dall’ inesauribile fame di giustizia. Attorno a loro fluttua un’eterea dama bianca, la Provvidenza. Sarà lei a proteggerli e renderli forti nel tribolato e affannoso viaggio che compiranno nella triste realtà del mondo. A questi due giovinetti, capaci di empatia e coraggio la Giacopelli affida inoltre la responsabilità di porsi quale ponte di redenzione per tutti gli Innominati.

Alla prosa si appoggiano, eloquenti, le coreografie di Noemi Minì. Lo stile apportato allo spettacolo dalla coreografa è multiforme, spaziando tra la modern jazz alla Broadway (con riferimento al quadro della peste), il teatro-danza e la danza contemporanea d’autore. Ricercata e sublime la gestualità precisa e minuta dell’ensemble femminile nella scena della Filanda. Di grande effetto e ottima resa i continui riferimenti metaforici, fisici e coreutici, al tema della sopraffazione e dell’inganno.

Lo spettacolo con la direzione artistica Marcello Carini e la coordinazione artistica di Renata Orlando ha visto in scena i giovani danzatori del corpo di ballo dell’A.S.D. Ensemble Junior Company e i bravi attori dell’’Associazione Culturale Mecenatia.

 Fotografie di Stefania Grigoli.

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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