Una Giselle risalente al 1980 per l’Opera di Roma, che ha fatto la storia del teatro Italiano, con Carla Fracci e Rudolf Nureyev da non perdere, in streaming.
È l’esempio più fulgido e duraturo della creatività coreutica europea d’epoca romantica. Solo così può esser definita Giselle, balletto narrativo in due atti su musiche di Adolphe Adam e coreografie di Jean Coralli e Jules Perrot. Un’autentica gemma di quel repertorio classico accademico, ad oggi ancora unanimemente amato, per ciò spesso di scena sui palchi più importanti del mondo.
In streaming gratuito, questo mese, sul “Teatro Digitale” della fondazione lirica capitolina, in collaborazione con RaiPlay.
La prima rappresentazione di Giselle ebbe luogo nel 1841 presso l’Opera Le Peletier di Parigi. Primi, ormai mitici interpreti, l’Italiana Carlotta Grisi ed il francese Lucien Petipa.
La Giselle che, tuttavia, oggi resta indelebile nella memoria di coloro che amano la danza è certo quella magnifica incarnata dalla nostra Prima Ballerina internazionale, nonché vera Diva della danza classica, Carla Fracci.
La signora Fracci ha fatto del ruolo, or brioso or diafano, della contadinella Giselle il suo sublime cavallo di battaglia. La sua non può essere considerata una mera interpretazione, bensì una totale adesione, fisica, d’arte e di personalità alla celebre protagonista. Con ella spicca, candido e senza requie, un minuzioso recupero del danzar romantico in ogni sua più tenue sfumatura, gestuale, posturale, ritmica e d’espressione.
Sulla scena, nel ruolo maschile a tutto tondo di Albrecht (tanto per temperamento coreutico quanto per carattere), molti splendidi danzatori d’ogni nazionalità. Uno su tutti, il danseur noble di origine danese EriK Bruhn.
Nella Mise–en–scène in questione, tuttavia, il ruolo è affidato al più luminoso ed indimenticabile tra i danzatori del XX secolo Rudolf Nureyev.
A Nureyev, indomito, si deve la riforma della danza classica accademica, nello stile e nella tecnica e ancor più nella decisa messa a fuoco del ballerino quale comprimario, in pari dignità artistica, della ballerina. Nei ruoli interpretati pervasiva è la sua stessa leggenda vivente, libera e scevra di conformismi. Nelle atmosfere d’ogni singolo balletto a cui presta il corpo si riverbera l’impeto della sua personalità, lirica ed esuberante.
«Ballare con Rudolf era una sfida. Aveva un carattere difficile. Ma era un uomo di grandissima generosità. Era inammissibile per lui che nel lavoro non ci si impegnasse. Non voleva essere solo porteur della ballerina, ma voleva ballare con lei».
Cosi ebbe a descriverlo Carla Fracci.
È una Giselle a dir poco iconica questa registrata nel febbraio del 1980. E che torna, online, a lasciarsi ammirare.
La musica di Adolphe Adam è diretta dal maestro Alberto Ventura, le coreografie di Coralli e Perrot nella ripresa di Leonid Lavrovsky sono rimontate per il corpo di ballo dell’Opera di Roma dal coreografo italiano Guido Lauri. Scene di Camillo Parravicini, costumi di Mario Giorsi.