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Film in uscita al cinema – 1 febbraio 2018

I film in uscita al cinema ci parlano di malefatte storiche e di disagi futuri. E per quanto riguarda l’attualità? Ci si sposa allegramente e ci si spaventa.

Una settimana densa di avversità sul grande schermo. Guardando a ieri, oggi e domani.

Cominciamo dal nuovo lavoro di Steven Spielberg. Si intitola The Post e ricostruisce la coraggiosa battaglia per la libertà d’informazione condotta dall’editrice e dal direttore della più prestigiosa testata di Washington (qui Meryl Streep e Tom Hanks), minacciati per gli scottanti materiali sulla guerra del Vietnam che intendevano pubblicare negli anni ’70.

Dal passato remoto – e, si sperava, sepolto – piomba Massimo Popolizio nella divisa di Mussolini. In Sono tornato, semi-remake di Luca Miniero di una docufiction tedesca, assistiamo al surreale ritorno del duce, sperduto nella Roma odierna e adocchiato da un ingenuo documentarista (Frank Matano) che incautamente lo aiuta a riconquistare credibilità (televisiva) in un’Italia non molto cambiata…

Divertimento più spensierato è quello orchestrato dai navigati Olivier Nakache ed Éric Toledano, i quali in C’est la vie – Prendila come viene chiamano Jean-Pierre Bacri, Gilles Lellouche e tanti altri e illustrano una festa di nozze attraverso i guai di un esperto wedding planner e dei suoi dipendenti.

Dalle risate ai brividi proposti da Jonathan Hopkins con Slumber – Il demone del sonno, in cui Maggie Q è una terapeuta (con i suoi bravi traumi) specializzatasi nel curare la paralisi del sonno. E se nelle visioni della famiglia che segue ci fosse qualcosa di orrendamente vero?

Attraverso la fantasia del cartoon digitale L’incantesimo del drago (di Manuk Depoyan), incentrato sull’avventura di due giovanissimi amici in una dimensione magica, arriviamo al sinistro quadro avveniristico di Maze Runner – La rivelazione, che chiude la trilogia distopica realizzata da Wes Ball. Ritroviamo Dylan O’Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster & Co. a contrastare la misteriosa Patricia Clarkson; capiranno finalmente perché li aveva imprigionati?

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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