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Film al cinema – Uscite del 19 dicembre 2019

I protagonisti dei film al cinema di questa settimana li conosciamo. Oppure ci risultano molto familiari, per vari motivi. O, ancora, ci sforziamo di capirli…

I film in arrivo trattano di scomparse e grandi ritorni. E d’arte, certo.

Atterra già mercoledì 18 il Millennium Falcon di Star Wars – L’ascesa di Skywalker di J.J. Abrams. A bordo (e non solo) ritroviamo Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, contrapposti ad Adam Driver e Ian McDiarmid (ma non mancano gli iconici Mark Hamill e Billy Dee Williams). La Resistenza stavolta deve affrontare l’imprevisto ritorno del senatore Palpatine! Dalla fantascienza al fantasy: con Pinocchio (alias Federico Ielapi) Matteo Garrone traspone l’amata favola di Collodi sull’incontenibile burattino vivente, con Benigni nei panni di Geppetto, Proietti in versione Mangiafuoco e Papaleo e Ceccherini come Gatto & Volpe, mentre la Fata Turchina è Marine Vacth.

L’altro titolo italiano d’autore (in tal caso Ferzan Özpetek) è La dea fortuna, con la coppia in crisi formata da Accorsi e Leo scrollata dai bambini che le affida un’amica (Trinca). Dalla Francia un’ulteriore storia d’amore incornicia il settecentesco Ritratto della giovane in fiamme, in cui la regista Céline Sciamma unisce la pittrice Noémie Merlant e la contrariata ragazza da marito Adèle Haenel; la prima, introdotta da dama di compagnia, deve ritrarre di nascosto la seconda, per volere della madre contessa (Valeria Golino). Ancora sentimenti in Last Christmas di Paul Feig: la goffa Emilia Clarke e l’affascinante Henry Golding s’incontrano a Londra (con canzoni di George Michael sullo sfondo).

Invece s’indaga nelle ultime due nuove uscite al cinema, Il terzo omicidio di Hirokazu Kore-eda (dove l’avvocato Masaharu Fukuyama tenta di scagionare il contraddittorio assassino recidivo Kôji Yakusho) e Il mistero di Henri Pick di Rémi Bezançon (con il critico letterario Fabrice Luchini che, aiutato da Camille Cottin, figlia di un defunto pizzaiolo incolto, presunto autore di uno splendido romanzo, cerca di risalire alla genesi dell’opera).

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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