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Film al cinema del 6 e del 13 febbraio 2020

Due weekend di film al cinema ricercati, evoluti o anche solo protesi verso il passato. Non mancano i grandi nomi, e neppure qualche doveroso sguardo a Oriente.

Ci attendono due settimane cinematografiche rivolte verso l’immaginazione. E la nostalgia.

Un paio i titoli in sala da giovedì 6. Il ladro di giorni di Guido Lombardi parla d’un ragazzino (Augusto Zazzaro) che in Trentino riceve la visista del padre (Riccardo Scamarcio), arrestato in Puglia sette anni addietro. Un viaggio in auto dalle molte tappe (sospette) li riavvicinerà? Di crimine (ma sopra le righe) tratta pure Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, dove Margot Robbie, diretta da Cathy Yan, riveste i coloratissimi panni dell’ex-fidanzata di Joker, intenzionata a far squadra con altre bad girlsMary Elizabeth Winstead, Rosie Perez, Jurnee Smollett-Bell ed Ella Jay Basco – per combattere il comune nemico Ewan McGregor.

Dal 13 alcune opere d’essai, dal cinese Il lago delle oche selvatiche di Diao Yi’nan (con il gangster Hu Ge e la prostituta Kwai Lun-mei in fuga dai propri destini) al coreano Memorie di un assassino di Bong Joon-ho (in cui i detective Song Kang-ho e Kim Roe-ha analizzano due efferati omicidi) al doc siriano Alla mia piccola Sama di Edward Watts e Waad Al-Kateab, la quale, temendo di restare uccisa nel conflitto in atto nel suo Paese, registra una testimonianza per la figlioletta.

Poi si devia verso mondi inesistenti, sia con l’horror (ispirato a una vecchia serie tv) Fantasy Island di Jeff Wadlow – con Michael Peña proprietario di resort tropicale attrezzato per realizzare, artificialmente, i sogni (però a che prezzo?) – sia con Sonic – Il film (che Jeff Fowler ha adattato da un videogioco), incentrato sull’agente James Marsden che aiuta un rapidissimo alieno (simile a un riccio blu) a sottrarsi alle mire del perfido scienziato Jim Carrey. Infine, ecco il romantico-generazionale Gli anni più belli di Gabriele Muccino, che riunisce Ramazzotti, Rossi Stuart, Santamaria e Favino attraverso i decenni, tra successi e delusioni.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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