Spopola la moda dei fascinators. Dalle cerimonie ai Red Carpet, le signore e signorine non si lasciano sfuggire l’accessorio più trendy del momento.
Se da un lato essere donna comporti la perpetua aspirazione ad essere multitasking, unita al desiderio di possedere il
dono dell’ubiquità, da un altro apre le porte ad un universo dove la fantasia la fa da padrona, universo totalmente, o quasi, proibito ai maschietti i quali hanno ben poche concessioni estetiche. Il mondo di cui parliamo riguarda piume e fiori, strass e veli ed ancora farfalle, libellule e tanto altro, tutto racchiuso nel termine “fascinators“, piccoli ornamenti bon ton come quelli indossati dalla duchessa di Cambridge o più grandi e stravaganti, come quelli portati con non chalance e temerarietà da S.J. Parker.
I fascinators, scambiati erroneamente per cappellini, sono composti da fermagli a supporto di diversi materiali e risultano più spiritosi e più facili da indossare rispetto ai cugini chapeaux.
Oggi non occorre più appartenere all’aristocrazia o al mondo del cinema per indossare questi deliziosi orpelli della vanità femminea: in ogni negozietto di accessori se ne possono trovare di splendidi.
Sicuramente più indicati per cerimonie, i fascinators si possono però usare anche nella vita quotidiana ridimensionando le misure.
La fascia turbante anni ’30-’40 da portare con capelli sciolti e con riga centrale, oppure quella anni ’50 pin-up style per chi preferisce un look più candy, abbinata a dei jeans o pantaloni capri a vita alta o delle gonne di cotone a ruota stile Happy days.
Ancora molto in voga le catene o fili di perle disposti in maniera geometrica sul capo per riproporre a seconda un’ allure rinascimentale o una più moderna bohemian chic; o ancora un richiamo all’ oriente con le sue odalische, da indossare con abiti rigorosamente lunghi e in tessuto naturale, floreali o unica tinta.
Terza scelta, dei piccoli fascinators applicati vicino alle tempie abbinati ad una t-shirt a righe orizzontali e delle zeppe o ballerine un po’ alla maniera burlesque.
I fascinators affondano in radici molto antiche, a volte rappresentanti di un’epoca, altre volte solo di contorno. Dagli albori o quasi della civiltà, ci si è sempre adornati il capo, basti pensare ai nativi americani, agli egizi con i loro elmi d’oro e alle matrone romane che cospargevano sui capelli polvere dorata e pietre preziose.
Nel susseguirsi delle epoche questa pratica ha resistito cambiando forma, come nel medioevo in cui il profilo è basso, perle adornano il capo dai capelli lunghi con scriminatura centrale.
I fascinators hanno un primo exploit solo con Maria Antonietta, diventando ingombranti, composti da volatili, piume enormi e giardini in miniatura per poi restringersi nuovamente nei primi anni dell’ ottocento.
Tuttavia è solo a partire dalla Belle époque e poi dagli anni ruggenti che essi diventano simbolo di un’epoca, infatti proprio in quel periodo fu coniato il termine giunto fino a noi per dare il nome al cappuccio che poi si estinse, lasciando in vita solo il termine a rappresentare i pettinini e cerchietti decorati che oggi conosciamo con il nome di fascinators.
Nel periodo tra le due guerre le donne tentavano di ricrearli con materiali di recupero e negli anni’ 50 diventarono emblema di raffinatezza.
Si estinsero a metà anni ’60, perché simbolo di una classe sociale che le ragazze di quella generazione rifuggiva in quanto antiquata e troppo inamidata.
Sarà solo a metà anni’80 che i fascinators risorgeranno dalle proprie ceneri arrivando fino ai giorni nostri, giorni in cui il fascinator è un must have delle cerimonie e viene indossato da rappresentati del calibro di Dita von Teese, Lady Gaga e Kate Middleton a cui si deve la diffusione dei fascinators in scala mondiale.
È doveroso ricordare la stilista Elsa Schiapparelli, che creò dei fascinators molto originali. Star americane e inglesi di ieri e di oggi, hanno reso tributo in omaggio alla stilista, innumerevoli volte.
Non tutti vedono di buon occhio questa nuova dilagante moda, una tra tutte la regina Elisabetta, che nel 2012, stanca di essere rimasta sola ad indossare gli hats in occasione del Royal Ascot, uno degli eventi ippici più famosi al mondo, vietò a tutte le donne di indossarli, invitandole a ritornare al cappello.
Certo è che la tradizione è tradizione, ma un ornamento indossato da Greta Garbo, Marlene Dietrich, Audrey Epburn, Thelma Todd, Shirley Maclaine e tante altre dive che hanno fatto la storia della moda e del cinema, avrà pur dato un po’ più di credito a questi ornamenti presso la sua coorte. E pur continuando ad amare i cappelli e ancor di più la regina, spezziamo una lancia in loro favore …. E che Fascinators sia!
Articolo di Elisa Madonia