EOIKA è il titolo dell’ encomiabile lavoro coreutico performativo firmato Sabrina Vicari e Federica Aloisio. Arte allo stato puro e dal respiro internazionale, nel 2° appuntamento della rassegna dedicata alla giovane danza d’autore “Passaggio a Sud” in corso presso il Teatro Biondo di Palermo.
Eoika è la terza persona singolare del verbo greco εἰμί, ovvero essere, al tempo Perfetto stativo. Si traduce letteralmente come essere simile. Suggestiva prima ispirazione per Sabrina Vicari, danzatrice dalla lunga e sostanziosa esperienza in terra francese. Ad oggi, promettente coreo-performer emergente.
Di Eoika la Vicari è interprete, insieme all’ottima e indomita danzatrice Federica Aloisio. Dello spettacolo la Vicari ha curato anche i costumi.
Con questo Eoika, la rassegna“Passaggio a Sud” del teatro Biondo, trova la sua punta di diamante. E proprio nel bel mezzo della programmazione cartellonistica. E’ questo un lavoro ambizioso ma ben congegnato, portato a compimento con magistrale intelligenza.
Essere simile alla natura, all’arte, alle cose e alle immagini d’intorno. Lasciarsi percepire, nell’equilibrio del “vedere” come atto creativo. Rudolf Arnheim e la sua teoria applicata alle arti, sembra essere la genesi colta di questo lavoro.
Eoika, si apre con una serpentina in scena, color arancio Otto Dix. Un’ ampia gonna ottocentesca che intrappola, una placenta che cela in sé due gemelle omozigote. Due facce della stessa metà. Due inquietanti visi dipinti di sbieco, tra l’occhio e l’orecchio delle ragazze, nello stile body painting di Sebastian Bieniek.
Il busto è della Aloisio; le movenze di braccia e mani sono scattanti e scheletriche, ricordando un po’ la gestualità elegantemente nervosa di Patty Pravo. Le spalle sono sinuose e disossate, e sulla leva di addominali di ferro, il tronco si tormenta in sollevamenti e tuffi all’indietro come in una scena dell’Esorcista. Le gambe invece sono della Vicari e si parano a ventaglio, in linee rigorose o in attitude tendenti verso l’alto. Sono gambe controllate dagli arti superiori ma allo stesso tempo ribelli alla loro autorità.
Le due gemelle progressivamente si distaccano, creando vettori cinetici, tesi e opposti dalla loro originaria compatta figura. Divengono, infine, due immagini malformate dal ritmo corporeo sovreccitato e dalla testa tremolante.
In questo primo quadro dello spettacolo, si ravvisano elementi performativi propri al teatro Kabuki giapponese e all’off off broadway americano. Due generi opposti ma ben mischiati in un cocktail di luci e suoni inebrianti, firmati rispettivamente da Gabriele Gugliara e Angelo Sicurella.
Segue un quadro dalla lirica e leggiadra giocosità minimale, del tutto ascrivibile a quella dei noti Mummenschanz. Le due danzatrici si piegano sossopra e mostrano le schiene bianche su cui sono disegnate due faccine. Ne scaturiscono due personaggi simili ai minions animati. Due protagonisti antitetici, il positivo e il negativo, che nel danzare mano nella mano però si completano ed esaltano. E’ un momento di dolcezza e simpatia, ma per le ballerine forse il passaggio fisico più prepotentemente stancante (non fosse altro per le teste all’ingiù che divengono l’appoggio dell’omino e ad il fondo schiena spinto verso l’alto).
Ultimo quadro è quello in cui Vicari e Aloisio sono abbigliate in sottane scure. E’ un momento pervaso dal cubismo delle Demoiselles d’Avignon di Picasso, e da una incalzante electro music.
Le ballerine si disegnano e colorano braccia, gambe, mani e ginocchia con figure di bocche, occhi e nasi dalla foggia cubista. Avviene tutto in scena, dinnanzi al pubblico attonito. Il corpo accoglie le forme dall’arte e ne muta i connotati amalgamandole al fisico in movimento. Le danzatrici conquistano, infine, una verticalità stabile e progrediscono nella danza pura. Uno sfogo coreografico dopo tanto performare. I corpi si lanciano in jumps e lift veementi, l’uno sopra l’altro. La sensazione e che le due gemelle omozigote del primo quadro vogliano riassemblarsi.
L’ultima immagine si riconfigura tetra e spaventosa. La più alta tra le due danzatrici -Vicari- ha un buco all’altezza dello stomaco e da questo fuoriesce l’intero mezzo busto della seconda danzatrice – Aloisio-. Un rimando alla cultura pop del cinema, La morte ti fa Bella. Forse non voluto, ma Arnheim insegna.
Eoika, ha avuto la sua Prima sabato 13 ed ha replicato domenica 14 maggio 2017 presso la sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo nell’ambito della rassegna Passaggio a Sud.