Un diario social per raccontare come si reagisce contro il cancro. Abbiamo intervistato Roberta, l’autrice del blog-diario DajeRobs, per sostenerla nel sogno di aiutare con la sua esperienza chi ne ha bisogno
“Sei una ragazza normale,nel pieno della vita. Hai 30 anni, hai appena trovato un lavoro meraviglioso,stai per laurearti.Poi stop: LINFOMA DI HODGKIN”. E’ con questa breve sintesi che DajeRobs, il diario social di Roberta Salvati, si presenta agli occhi distratti di chi nella vita non ha mai dovuto fare i conti con un’esperienza devastante come quella di vedersi diagnosticare nel pieno della propria giovinezza un cancro.
La storia di Roberta, seppur comune a molte altre, ha del singolare ed è per questo motivo che abbiamo scelto di raccontarla con il fine ben preciso di realizzare il suo sogno: aiutare gli altri, in nome proprio e del suo angelo custode, la madre.
Roberta ha, infatti, dovuto affrontare anche il calvario della propria mamma con una diagnosi di cancro ricevuta nemmeno un mese dopo l’inizio delle sue cure, ma questo non le ha impedito di sostenere giorno per giorno con il suo diario DajeRobs chi si trovasse nella sua stessa situazione.
Due, tre post al giorno per descrivere cure, sensazioni, stati d’animo, per raccontare di una malattia che per molti è ancora innominabile.
Il numero dei suoi seguaci sui social (più di 9000 followers su Fb) è la dimostrazione che anche i moderni mezzi di
comunicazione, spesso tanto criticati, riescono ad unire le persone, a sostenerle, a fare loro coraggio nei momenti più bui della propria vita.
Roberta ha sconfitto il cancro in meno di 1 anno, sta per riprendere i suoi studi in Giurisprudenza e sogna di creare una famiglia con l’uomo che le sta accanto da 12 anni. Siamo sicuri che la sua storia, la sua tenacia e la sua voglia di vivere arriveranno ovunque.
Roberta, com’era la tua quotidianità prima di scoprire la malattia e, soprattutto, qual era il tuo approccio alla vita ?
<<La mia vita prima di scoprire la malattia era una vita meravigliosa fatta di lavoro al museo , avevo da poco firmato il mio primo serio contratto come operatrice museale e infatti la mia estate 2015 è trascorsa tra visite guidate,arte e cultura. Poi c’era la mia tesi universitaria da ultimare, le mie serate ai karaoke a cantare , c’era Vincenzo compagno di vita da 12 anni,i nostri progetti, la mia famiglia, io mamma e papà da sempre uniti da impazzire,tre cuori che hanno sempre avuto un solo battito>>
Scoprire che anche la tua mamma era stata colpita dal cancro, nemmeno 1 mese dopo dalla tua diagnosi, è stata una doccia fredda. Hai mai pensato, anche solo per un momento, di arrenderti?
<<Quando arrivò anche la diagnosi di mia madre fu un colpo duro, durissimo, ma nemmeno per un attimo ho pensato di mollare , anzi ho capito allora che avrei dovuto combattere ancora più forte, perché dovevo farlo anche per lei, per trasmetterle grinta, per farla stare tranquilla, visto che lei stava per iniziare una battaglia molto più dura della mia.>>
Dalle pagine del tuo diario emerge una profonda fede in Dio. Si dice che vivere le malattie proprie o altrui rafforzi la spiritualità o la distrugga per sempre. Per te com’è stato? Sei mai stata arrabbiata con il tuo Dio per ciò che stava accadendo nella tua vita?
<<Non mi sono mai arrabbiata con Dio , non mi sono mai arrabbiata perché non c’era nessuno verso cui indirizzare odio. Sono stata dispiaciuta quello si, ma arrabbiata mai perché purtroppo quello che mi è successo fa parte della vita. Questa esistenza può darti gioie ma anche dolori. A me sono toccati i dolori e non potevo far altro che affrontarli. La rabbia mi avrebbe tolto solo energie.>>
Da dove e perchè nasce l’idea di scrivere un diario online?
<<Il diario è nato una sera mentre ero ricoverata in ematologia. Io, appena mi fu comunicata la mia diagnosi di cancro, la prima cosa che feci fu andare a cercare su internet gente che avesse avuto il mio stesso problema per confrontarmi, per avere sicurezza. Ho deciso, così, che io stessa avrei fatto ciò: condividere con gli altri la mia storia, le mie terapie, la mia avventura . Magari, pensai, avrebbe fatto coraggio a me e forza a tanti altri e così è stato.>>
I social, Facebook in primis, possiamo dire che aiutano a condividere il proprio dolore e magari a creare belle e solide amicizie? A te è capitato?
<<Io grazie ai social e al mio diario di bordo ho stretto legami che da “sana” non avrei mai potuto provare. Ho conosciuto persone che mi hanno insegnato tanto anche stando peggio di me. Ho creato anche un gruppo whatsapp con altre dieci ragazze che combattono il linfoma provenienti da tutta Italia, con le quali in questi mesi ci siamo sostenute tantissimo condividendo terapie, lacrime e gioie. Poi, le tantissime persone che mi scrivono, che mi leggono…con alcune di loro sono nate amicizie che spero dureranno in eterno.>>
Sei riuscita a sconfiggere il cancro, mentre purtroppo la tua mamma non ce l’ha fatta. So che hai molti progetti da portare avanti in nome suo, puoi parlarcene?
<<Ora mi aspetta la laurea in giurisprudenza , mi aspetta la pubblicazione del libro che sto scrivendo insieme ad una dolcissima giornalista marchigiana che sarà una memoria tangibile dell’inferno che ho passato e che spero aiuti concretamente tante altre persone. Si intitolerà TU CON ME e racconterà la nostra battaglia, quella mia e di mia madre. Poi il matrimonio e la nuova vita che mi è stata concessa.>>
A chi in questo momento si trova ad affrontare una battaglia contro una malattia grave cosa ti senti di consigliare per affrontarla al meglio?
<<Io consiglio di non mollare, di non chiudersi a riccio, di non vergognarsi. Il cancro è una malattia che va combattuta, resistita. Il cancro o qualsiasi altra malattia grave vanno affrontate ponendosi obiettivi quotidiani, mantenendo sempre il sorriso perché lasciarsi andare o isolarsi non ci toglie la malattia ma anzi contribuisce a rafforzarla. La vita è un dono troppo prezioso e va difesa e lottata. Sempre. >>
Una curiosità per concludere con più leggerezza questa nostra intervista. Spesso e volentieri hai condiviso su Fb dei selfie in cui indossavi sulle labbra un bel rossetto rosso prima di una chemio o di un esame diagnotistico. Continuerai a farlo?
<<Assolutamente sì, il rossetto rosso non è mai mancato. C’era anche sotto le mascherine colorate che mettevo per evitare infezioni. Il rossetto rosso, che tanto amava mia mamma, continuerà ad essere sempre sulle mie labbra, anche domattina per i primi controlli post terapie.>>
Per conoscere meglio DajeRobs e la sua storia, visitate la sua pagina Facebook