Il Circo Eleonora Orfei giunge a Palermo e offre uno spettacolo da sogno, tra artisti di prim’ordine ed un ricco serraglio di animali.
Un grande tendone rosso e bianco domina gli spazzi della Fiera del Mediterraneo di Palermo, prospicienti via Montepellegrino, e abbraccia il microcosmo straordinario del Circo Eleonora Orfei.
Diretto dalla Famiglia Montemagno, il circo ha offerto nella serata di lunedì 12 Dicembre 2016 uno spettacolo integrale per gli organi di stampa.
La serata si è andata snodando come un sogno, tra gradevolissime parate di animali esotici e grandiose performance di artisti e acrobati. Il tutto è stato intervallato dalla trascinante simpatia e ilarità del Clow Cirillo (al secolo Jones Coda Prin), uno tra i migliori del mondo circense.
Il circo Eleonora Orfei ha aperto agli spettatori le porte della sua magia, con la performance canora della promettente Silvia Amighetti. La cantante, nota nel panorama musicale del palermitano, ha interpretato per grandi e bambini con voce soave e gesti aggraziati, la nota song “Tale as old as Time” dal film Disney La Bella e la Bestia, attorniata da un magnifico valzer di dame e cavalieri in abiti ottocenteschi.
Renato Brinati, presentatore nell’arena circense, ha poi immediatamente introdotto il pubblico nel vivo dello spettacolo con la poderosa giostra di bruni stalloni argentini, presentata da Alfredo Montemagno.
L’addestratore, specialista di equini, ha in seguito diretto l’esercizio di alta equitazione di cui è stata protagonista la bella Brigitta Donnert in sella al suo bianco destriero, e presentato la passerella del serraglio esotico composto da dinoccolati cammelli, un brioso gruppetto di lama con la cugina alpaca, un mastodontico terzetto formato da un watuso uno zebù e uno yak, struzzi alteri e reticenti, una zebra con velleità da modella, capre tibetane e un asinello sardo.
Il numero dall’ambientazione Egizia che il Circo Eleonora Orfei ha dedicato ai serpenti ha fatto sussultare non pochi spettatori quando, tra enormi pitoni albini iguane boa e persino un armadillo, Jessica nelle vesti di Cleopatra si è sdraiata in una teca di vetro ed è stata ricoperta da serpenti velenosi di ogni genere tra cui una lunga vipera, un serpente corallo e il temuto aspide.
Molti gli artisti circensi di rilievo ad esibirsi, tra questi la fantasista degli hula-hop Stefy Felicioli, la bellissima acrobata alla corda elastica Jessica Cabras (impegnata in un esercizio aereo che la porta inoltre a tramutarsi da sirena in una splendida umana), la flessuosa contorsionista Sharon immersa in un suggestivo magma di luci dall’effetto zen e la performance avvenirista dell’Uomo Laser (al secolo Moreno Felicioli), vestito di una tuta in stile Tron, calato in un buio pesto permeato solo dai raggi verdi che direziona con le mani, e con i quali gioca liberamente.
Portentoso e adrenalinico il numero di Maverick, giovanissimo acrobata delle cinghie aeree, viso avvenente, fisico scolpito e sguardo fiero e impudente.
Maverick quante ore dedichi all’allenamento e alla messa appunto dell’esercizio?
“Mi esercito alle corde elastiche due ore al giorno, al mattino”- ha risposto. “Prima dello spettacolo riesco a riscaldarmi solo una ventina di minuti, perché aiuto nell’allestimento della messa in scena. Cambio spesso gli elementi del mio numero, aiutato dalla mia ragazza trovo di volta in volta nuove prodezze atletiche da proporre al pubblico. Cerco di non ripetere la medesima sequenza ad ogni tappa”.
Ma il momento sicuramente più esaltante del Circo Eleonora Orfei è stato quello dedicato ai grandi felini (una tigre, una leonessa, e due leoni di cui uno bianco chiamato Simba, amanti delle coccole) ed agli elefanti africani; ad occuparsi della loro “educazione” rispettivamente il domatore Massimo Piazza e l’addestratore David Althoff. Li abbiamo intervistati per voi.
Massimo, raccontaci la tua professione ed i suoi segreti.
“Ho intrapreso questo mestiere da ragazzino, appartengo alla terza generazione d’una dinastia di domatori. Il circo è il mio habitat e lavorare con leoni e tigri è emozionante; li accudisci da quando sono cuccioli, li fai ambientare sulla scena attraverso il gioco. Osservi il loro “carattere”, i loro istinti: c’è quello che salta, quello più aggressivo e quello pacioccone. In base a queste rilevazioni puoi, di conseguenza, strutturare i vari esercizi da far eseguire a ciascuno di loro. Simba il mio pupillo, il leone bianco, ha 2 anni ed è il più giovane del gruppo.”
Ho notato che i 4 felini sono molto affiatati tra di loro, sulla scena si coccolavano vicendevolmente.
“Sono cresciuti insieme, vivono a stretto contatto e vanno molto d’accordo. Certo ogni tanto non manca qualche lite come in ogni buon nucleo familiare.”
L’intervento di Piazza subisce una virata improvvisa, allorquando, il domatore si lancia nella denuncia della caccia sportiva.
“Esemplari di leoni e leonesse vengono rinchiusi e muoiono dentro le “riserve” dedicate alla barbara caccia sportiva; pensi che il governo del sud Africa rilascia 5 permessi all’anno per la caccia al rinoceronte, che è ad oggi una specie in via d’estinzione, e tutto ciò per questioni di business“.
Si avvicenda a Massimo Piazza, David Althoff, l’addestratore di elefanti.
David, complimenti per il numero con i tuoi elefanti. Come si prepara un’ esibizione così perfetta con tre pachidermi africani?
“Innanzitutto sono tre elefantesse; un gruppetto di sole femmine! Le ho prese che erano cucciole, ma già incredibilmente capaci di seguire il ritmo della musica e in grado di assecondare le mie richieste legate al numero. Non le ho ammaestrate nel vero senso della parola, mi sono limitato a insegnare loro degli esercizi e, nel tempo, a correggere alcuni errori per mezzo di prove giornaliere di una trentina di minuti circa. Son così intelligenti e recettive che spesso il numero scorre senza problemi. Hanno un’ottima memoria e son capaci di grande empatia con gli esseri umani, addirittura alle volte più dei cavalli.”
Come vivono durante il giorno le tue elefantesse?
“Se il tempo è bello le tengo fuori dal tendone, do loro a mangiare rami d’albero, fieno, pane raffermo e frutta. Un’ora prima dello spettacolo le porto sotto la tenda e le lavo (con spazzola ed acqua calda, perché hanno la pelle molto delicata e gli strati di pelle più dura sulla schiena e sulle orecchie son solo pelle morta che è meglio far cadere) dopodiché si va in scena. Dormono insieme e si accucciano tutte e tre dallo stesso lato. Riposano in una stessa posizione non più di due ore e mezza al massimo per via degli intestini pesanti che premono sui polmoni e, a lungo andare, potrebbero farli collassare. Così si svegliano tutte insieme, si alzano e dopo un altro paio d’ore tornano ad accucciarsi ma sull’altro lato.”
Presentaci un po’ le tue tre “colleghe” di spettacolo.
“Le due più grandi sono Lara e Giungla, entrambe di 28 anni, sono placide e dolci; la più piccola si chiama Jenny ed ha 26 anni. Lei è bellissima … ma è anche un po’ capricciosa e spesso al centro di brevi buffissime zuffe che però, con un mio solo richiamo a voce grossa cessano. Jenny vorrebbe scalare la gerarchia sociale del gruppo, diventare lei il capo al posto di Lara, ma a causa di un problema genetico che le rallenta la crescita fisica, non riesce a mutare in suo favore l’ordine delle cose. Con la peculiarità che manifesta, Jenny non avrebbe mai potuto sopravvivere in natura. Qui invece l’abbiamo preservata e fatta crescere bene, facendola anche ingrassare. Capita che prenda a testate sul dorso le altre due elefantesse proprio perché ormai si crede forte” nel dirlo ride sonoramente “Lara, dal canto suo, alle volte rompe gli elastici contenitivi del tendone con le zanne, e tutte e tre escono andando in giro per il circo.”
Ho notato che Jenny, ultima in fila durante il numero in arena, tende ad afferrare con la proboscide la coda di Giungla.
“Anticamente si usava insegnare agli elefanti a farlo, onde dar loro una direzione univoca durante le sfilate per la città o per metterli in riga quando era necessario caricarli sui vagoni del treno, che trasportavano il circo da una parte all’altra della nazione. Oggi questa pratica si mostra agli esemplari più giovani solo per aiutarli a collaborare meglio con i più “anziani” durante la preparazione del numero. Gli elefanti indiani hanno una proboscide più elastica e prensile e riescono a mantenere meglio la presa. La proboscide delle mie elefantesse africane è più robusta e muscolosa, e alla povera Jenny di tanto in tanto la coda di Giungla sfugge.”
Il Circo Eleonora Orfei, sotto la direzione della famiglia Montemagno, sarà a Palermo dall’8 dicembre al 16 gennaio alla Fiera del Mediterraneo con un doppio spettacolo, nei feriali alle 17.30 e alle 21.00, domenica e festivi ore 16.30 e 19.30.