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Casual, la nuova ambiziosa coreografia di Marcello Carini

Al teatro Lelio di Palermo, la rassegna Casual Theatre Project è giunta al quarto appuntamento. Sulla scena il balletto dal titolo Casual, del coreografo Marcello Carini. A danzare la compagnia Esemble Junior Company.

Casual“La moda evolve sotto l’impulso di un desiderio e cambia per effetto di una ripulsa”: questo l’aforisma di Christian Dior da cui il coreografo Marcello Carini lascia scaturire l’ambizioso balletto Casual. Un’ispirazione di non poco conto, nata tra le atmosfere talvolta elitarie dell’ haute couture francese. Il desiderio che cambia modalità d’esistere allorquando si vede vittima di un rifiuto. Su una tale incostanza degenero-affettiva dell’agire umano si sedimenta, secondo Carini, la forsennatezza egocentrica ed egoistica dell’individuo contemporaneo. La sua smania continua di auto-soddisfazione. A tale desiderio perpetuo si viene ad accostare l’annosa contrapposizione tra essere e apparire. E’ scomodato persino Pirandello, e con lui la teoria delle “maschere” atte a celare l’io autentico dell’individuo dinnanzi alla società.

Ci si trova dinnanzi ad una operazione drammaturgica ardua, scoscesa, quanto mai pretenziCasualosa che si va ramificando, nel corso della performance, inglobando elementi nuovi e svariati dettagli. Per mezzo dell’osservazione attenta del mondo circostante Carini ravvisa l’individuo contemporaneo, quotidianamente incastrato tra l’essenza tridimensionale del corpo e l’apparenza bidimensionale della realtà virtuale. E’ questa una mostruosità che si nutre dell’essere umano, lo riduce a ciò che ha o ciò che indossa togliendogli dignità e capacità d’autodeterminarsi. Un’abnormità che crea differenze, classi d’appartenenza ed una segregazione che si tramuta in scherno, ilarità e solitudine.

CasualSiamo in un marasma di tematiche, le quali addensandosi sviluppano un piano empatico, emotivo ed emozionale intermittente e discontinuo. La fruizione è assorbita nel cervellotico nocciolo del balletto, che sembra avvilupparsi in un continuamente rinnovato guscio.

Anche la coreografia, tra cotanti influssi e riverberi, si complica divenendo verbosa e sovraccarica. Per i corpi dei danzaCasualtori una vera sfida tra l’intensità espressiva, l’elasticità muscolare e le prove di forza richieste. Rari i momenti di leggerezza, dominano movimenti ed evoluzioni macchinose, asettiche e taglienti talvolta calate in un latente erotismo.

I giovani danzatori della compagnia Ensemble Junior Company sono apparsi in splendida forma; forgiati nel fisico dall’esercizio e dalla pratica costante. Tutti notevolmente migliorati da un punto di vista tecnico. Decisamente maturati sotto l’aspeCasualtto interpretativo.

Sono comunque dei ballerini in erba che affrontano da eroi la difficoltosa ed esigente coreografia di Carini. Si prestano a questa tumultuosa tempesta di elucubrazioni coreutiche con le migliori intenzioni e con lo sfoggio di tutte le loro doti. Ma ne escono sfiancati, a mio avviso svuotati.

Il problema sta nella giovane età, che non permette loro la comprensione totale di ciò che vanno ad incarnare. L’effetto scollamento aleggia sull’intera produzione. Un balletto non adatto ad un ensemble di giovani danzatori, ma che saCasualrebbe stato sicuramente più nelle corde e nell’introspezione di esecutori adulti. Tra i ballerini della compagnia si son messi in luce: l’eclettica e felina Noemi Imparato (un esempio fulgido di bravura, soavità e vigore), l’algida e al contempo fluida Martina Bianco (nelle vesti distaccate di una modella Bettina che trascolora nelle accese tinte del rosso) ed il piccolo talentuoso Antonino Modica con le sue, già molte volte ammirate, linee perfette di braccia e gambe.

Casual

Nella foto, a sinistra della cornice la Imparato (con il tutu rosa) al centro dela cornice Martina Bianco.

Alla fine dello spettacolo, tra i ringraziamenti generali, tre liete novità per l’ASD gruppo Ensemble vengono rese note da Marcello Carini.  Si comincia con la menzione speciale conferita al piccolo Modica da parte dell’accademia di danza di Monaco di Baviera dopo un’audizione ben riuscita, la giovane ballerina Martina Schirò è invece stata ammessa all’accademia di danza di Basilea. Dulcis in fundo, l’ottima danzatrice e maestra Noemi Minì che decide di aprire un centro danza tutto suo a Palermo.

 

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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