La seconda Guerra Mondiale, il conflitto che ha segnato il mondo, da qui riparte l’ultima fatica dello studio Californiano Sledgehammer Games. Ecco la recensione di Call of Duty World War II.
Da tempo da parte dei giocatori di si avvertiva la fatica degli ultimi lavori ambientati in un futuro ancora troppo lontano, conflitti con soldati equipaggiati con esoscheletri, proiettili che rimbalzano da un muro all’altro e partite in multiplayer fin troppo frenetiche.
Da dove ripartire, allora, se non da dove tutto ha avuto inizio? In Call of Duty World War II la scelta vincente è stata proprio il ritorno alle origini, lo sbarco in Normandia.
Quando si parla di Call of Duty bisogna sempre fare una distinzione: la campagna in single player ed il comparto multigiocatore, che è da sempre il cuore pulsante e motore della software house.
Partiamo immediatamente col dire che la campagna in single player di Call of Duty World War II centra pienamente il bersaglio sotto tutti i punti di vista. Fin dalle prima battute si denota una forte componente cinematografica, che catapulta il videogiocatore nelle coste della Normandia, facendoci immergere senza troppi fronzoli in un conflitto crudo e freddo come solamente la guerra sa esserlo.
La storia in sè, ad un primo approccio, potrà sembrare quasi banale, ma più ci si addentra nelle missioni e più ci si affeziona ai personaggi. Difatti, questa volta non dovremo limitarci ad assalire tutti all’arma bianca, ma al nostro fianco avremo dei veri e propri amici che ci supporteranno lungo le 8 ore che impiegheremo per portare a termine la campagna.
A differenza del passato, questa volta la salute non si autorigenera, ma dovremo servirci dei medkit trovati lungo il percorso o forniti dal nostro fedele compagno. Lo stesso ci verrà in soccorso per le munizioni che scarseggiano e le granate e, per finire, ci indicherà il posizionamento dei nemici.
L’impronta del gioco è fortemente patriottica. Vestiremo i panni di un gruppo di soldati americani, pronti a fronteggiare la minaccia nazista che, come la storia insegna, aveva invaso la Francia e buona parte dell’Europa.
L’obiettivo dei nostri eroi sarà quello di aprire la strada che porterà alla liberazione della Francia, partendo appunto dalla Normandia per liberare Parigi dall’oppressione tedesca.
Come anticipato sopra, la campagna in single player è fortemente cinematografica e non mancheranno i momenti “nuovi” all’interno dell’universo di Call of Duty World War II. Ad esempio, avremo a che fare con delle fasi stealth d’infiltrazione simili o, per meglio dire, ispirate al film “Bastardi senza Gloria” con l’ormai famosa scena nel cinema, qui ovviamente rivisitata e con un’ambientazione completamente diversa.
L’intelligenza artificiale, purtroppo, non è eccelsa. Spesso il nemico tenderà a rimanere fermo nello stesso punto in cui il conflitto a fuoco è iniziato e questo renderà relativamente semplice avere la meglio.
Il feeling con le armi fin dalle prima battute non sarà semplice e di impatto. Avere a che fare con bocche di fuoco non moderne spiazzerà i giocatori meno smaliziati, al contrario renderà felice chi è “cresciuto” con i primi CoD.
In conclusione, la campagna è assolutamente promossa. Alterna fasi frenetiche a sezioni di in cui la prudenza rappresenta l’arma migliore, i personaggi sono ben caratterizzati e le location sempre varie. Un plauso ai ragazzi di Sledgehammer Games che non si sono limitati a svolgere il compitino, ma al contrario hanno tirato su una storia convincente.
Call of Duty World War II – VOTO: 8.5
Nel prossimo articolo analizzeremo il comparto multiplayer dopo averlo giocato a fondo.