Inaugurata a Palazzo Belmonte Riso Bias – Biennale Internazionale di Arte Contemporanea. La biennale si propone come ponte di arte e cultura fra il capoluogo siciliano ed il resto del mondo
Bias (Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra delle religioni e credenze dell’Umanità) è stata inaugurata, nella sua seconda edizione, sabato 14 Aprile con un primo vernissage presso palazzo Belmonte Riso.
Ne è seguito un concerto in Cattedrale alle ore 20, del quale sono stati protagonisti l’orchestra filarmonica diretta da Francesco Di Peri, il coro polifonico del maestro Salvatore Scinaldi e il corpo di ballo del Liceo musicale e coreutico regina Margherita di Palermo.
La biennale proporrà fino al 14 settembre 2018, oltre 40 eventi tra mostre, spettacoli e concerti, frutto creativo di ben 115 artisti visivi. La Bias interesserà 22 luoghi in Sicilia, 3 in Egitto e 2 in Israele. In particolare, in Egitto, gli eventi si svolgeranno a Nuweiba e a Dahab sul Sinai, e a Ras Saitan, in Israele a Tel Aviv.
Titolo di questa edizione, “La porta – Porta itineris dicitur longissima esse”. La porta quale parte più lunga di questo viaggio nello “spirituale dell’arte”.
Ideata dalla Contessa Chiara Donà dalle Rose (foto a dx), la rassegna è un progetto imponente per numeri e impegno, un’iniziativa nata per gettare un ponte di arte e cultura fra il capoluogo siciliano e il resto del mondo.
L’evento ovviamente fa capo alla WISH – World International Sicilian Heritage retta dalla Contessa Chiara Donà dalle Rose. Società che promuove e salvaguarda il patrimonio culturale siciliano nel mondo, promuovendo inoltre il dialogo tra le tre grandi religioni monoteisti del mediterraneo (cattolicesimo, islam ed ebraismo).
Bias è un’iniziativa supportata con molto interesse dal Comune di Palermo, fregiato quest’anno dal titolo di Capitale della Cultura, come ha ricordato il Sindaco Leoluca Orlando durante la conferenza di presentazione.
Al vernissage di inaugurazione si valica quella porta, soglia ideale di interconnessione culturale, che ci conduce immediata al cuore pulsante della biennale. Si vortica tra la bellezza, singolarità e concettualità estesa d’opere e istallazioni. In questa atmosfera di scoperta e sorpresa, si incontrano alcune tra le personalità artistiche coinvolte in questa prima tranche espositiva.
Ci intratteniamo con la longilinea ed elegante artista romana Camilla Ancilotto, che si mostra ben lieta di raccontarci qualcosa di più delle sue creazioni inserite nel percorso espositivo.
Camilla, come sei arrivata a questa importante e lunga manifestazione?
“Devo questa partecipazione alla mia agente, la quale con lungimiranza e acutezza ha mostrato il catalogo dei miei lavori alla presidentessa Chiara Donà dalle Rose. Ella mostrandosi parecchio interessata mi ha invogliato a presentare la domanda d’ammissione. Il giudizio della commissione (formata tra gli altri dalla critica d’arte Angela Vettese, il filosofo Guido Brivio, Rolando Bellini dell’Accademia di Brera, Valeria Li Vigni, direttrice del palermitano Polo museale di palazzo Riso ed Enzo Fiammetta della Fondazione Orestiadi di Gibellina ndr) è stato positivo. Ed eccomi qui! Onorata e felice di prender parte a questa interessante e ben strutturata biennale palermitana.”
Descrivici e raccontaci qualcosa delle creazioni presentate ed esposte alla Bias?
“Nell’area espositiva si possono ammirare, ma anche toccare, tre lavori di scultura. La più impattante è sicuramente la monumentale “La Deposizione”. È stata esposta per la prima volta nel 2013 alla biennale di Venezia nel padiglione della repubblica araba siriana. La foggia, l’assembramento delle parti, si ispira al puzzle e al cubo di rubrick. Forme geometriche in 3 dimensioni, incorniciate in una struttura dimora, che roteando su perni rivelano un divenire di nuovi concetti. Si delineano simmetrie e antitesi. La pietà del Michelangelo e la pietà dell’umana universale sofferenza. Le brutture dolorose e veementi della guerra ed il loro deciso rifiuto (con riferimenti espliciti alla Gernica di Pablo Picasso). La speranza della pace, l’armonia celeste e terrena. Uno “spettacolo” d’arte e filosofia componibile da coloro che ne fruiscono. Una porta di interconnessione sistemica tra artista e pubblico.”
“Le altre due opere presenti hanno una dimensione ridotta ma sono comunque luminose e tra loro connesse. Si intitolano “Ab Ovo” e si ispirano entrambe al Tangram ovoidale, antico rompicapo cinese a nove pezzi. La prima in particolare parte proprio dall’uovo quale oggetto generatore. Dal Tangram ovoidale, in particolare, è possibile ricavare molte figure simboliche e significative come il fiore di loto, la colomba, il serpente. L’uovo cosmico procreatore di vita.”
“Accanto ad esso, ed in sua palese antinomia viene rappresentata la figura del missile. Anch’esso generato dalla ovoidale primigenia forma del Tangram, è tuttavia foriero di distruzione e deflagrazione. Ermeticamente, nel missile vi è lo scontro tra civiltà. Ma cosa sono le civiltà? se non insiemi di esseri umani appartenenti ad un’unica ed ovoidale razza, che poi è semplicemente quella umana”.
Che materiali hai usato per questo creazioni?
“Io solitamente lavoro il legno, ma in questa occasione ho prediletto materiali impermeabili come la vetroresina ed il poliuretano, il tutto decorato con vivaci colori acrilici.”
L’artista conclude ricordando che a luglio la fondazione Whitacker, presso villa Malfitano a Palermo, ospiterà una sua mostra personale.
Incontriamo, in seguito, il fotografo e videomaker Bernardo Giannone che ci invita a soffermarci e scoprire l’istallazione video fisica dal titolo “Il Serpente del Genio.
“Come puoi ben vedere -racconta Giannone– queste sono vecchie sedie di legno. Ritinteggiate di bianco. Alcune non recano neanche più le sedute di vimini, e queste sono state sostituite da lacci, cinghie e nastri colorati”
“L’opera è stata concepita dall’artista Carola Arrivas Bajardi con la finalità implicita ed esplicita di creare un luogo di ritrovo e convivialità a partire dal riuso, il riciclo e la rivitalizzazione di alcuni oggetti destinati inesorabilmente alla discarica. Le sedie difatti sono state addizionate nella forma sinuosa del serpente cinto dal Genio (esattamente la figura della famosa statua presente nella Palermo antica) e posizionate nella piazza del Garraffo alla Vucciria (che poi è il luogo che ospita la statua in questione) creando da subito intorno a loro curiosità, fruizione e momenti di pura socialità.”
Giannone, aggiunge, poi. “Codesta chiave di lettura finale dell’opera si collega bene all’idea generatrice stessa. Nel suo essere modellata, forgiata, semplicemente posizionata, l’istallazione ha visto l’attivo cooperare dei ragazzi del laboratorio di falegnameria del centro Astalli di Palermo nel quartiere Ballarò (associazione Gesuita che si occupa di migranti).”
“Il mio contributo da videomaker -conclude- in occasione di questo vernissage Bias, passa dal video che ho girato e montato e che dinnanzi al “Il Serpente del Genio” narra con partecipata vividezza di colori, sorrisi, impegno e divertimento la venuta alla luce di quest’opera. Accompagnata da un romantico assolo di chitarra, in sottofondo.”
Si crea intorno al “Il Serpente del Genio” un abbraccio d’intenti, passioni e speranze. Fruitori d’ogni età del vernissage mostrano il loro piacere nel sedersi sull’istallazione onde godere dell’agile video. È esaltata l’utilità propria del bene artistico.