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Nomakeupmovement, Fertility Day ed il diritto di essere donna

I due #hashtags più chiacchierati del momento,# Nomakeupmovement e # Fertility Day, sembrano tracciare i confini di un nuovo falso femminismo che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica, ancora una volta, sulla libertà delle donne.

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I social al centro delle nuove battaglie per le donne

Dopo il diritto al voto, al congedo per maternità, dopo la parità con i lavoratori di sesso maschile, le donne hanno conquistato ulteriori ed importanti diritti che, seppur non puntualmente cristallizzati sulla carta costituzionale, rientrano in numerose conquiste che hanno liberato la figura femminile da molti cliché e retaggi di un cieco pensiero maschilista.

Dalla libertà di indossare una minigonna o il bikini in spiaggia fino alla libertà di postare una proprio foto osè sui social ne è passato di tempo, un tempo misurabile in decenni di lotte gridate al mondo tramite la stampa, la televisione, la radio ed oggi Facebook, Instagram ecc.

E sono proprio i “social” che in questi ultimi tempi animano forti ed accesi dibattiti sui diritti delle donne, battaglie che si giocano sul filo dei “Like” e dei “@Repost” per decretare cosa deve o non deve fare una donna.

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Alicia Keys in una foto scattata per lanciare il #Nomakeupmovement

Alicia Keys, portentosa cantante nota al grande pubblico per successi mondiali come il singolo “Fallin”, ha di recente lanciato una sfida alle donne del web con il suo “No Makeup Movement” (# nomakeupmovement) mostrandosi a tutti gli eventi mondani senza un filo di trucco, esponendosi in tutta la sua naturale bellezza mozzafiato ed incoraggiando le donne a non nascondersi dietro al makeup. L’iniziativa è stata ben accolta dalle star di Hollywood che hanno alimentato esponenzialmente la crescita di questo movimento. Da Gwyneth Paltrow a Tyra Banks, da Lady Gaga a Beyoncè, le adesioni delle celebrities è stata virale, tanto da conquistare anche le comuni mortali.

Una donna, pertanto, deve sapersi accettare ed essere sicura di sè anche senza makeup: sembra essere questo il messaggio della campagna Nomakeupmovement, tesa a liberare la donna dalle costrizione dell’apparire con un aspetto curato ma artificioso.

Non sarà mica che aderire ad una simile iniziativa sia, in realtà, l’ennesimo cappio tirato al collo della libertà femminile? Una donna truccata o che semplicemente ama divertirsi con il makeup è realmente meno libera di una che sceglie apertamente di abbandonare i cosmetici?

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Il Ministro della Salute Lorenzin e alcuni degli slogan del Fertility Day

Ad alimentare ulteriormente il dibattito sulla reale libertà delle donne nell’epoca 2.0 ci ha pensato il Ministro della Salute italiana Beatrice Lorenzin. E’ di pochi giorni fa la notizia del lancio di una campagna a favore della procreazione intitolata Fertility Day, un inno- secondo la Lorenzin- alla maternità in età giovane perchè, si sa, “La bellezza non ha età, la fertilità sì” (uno degli slogan promossi). Le polemiche sull’offensività di una tale campagna non si sono ancora placate.

Ancora una volta le donne per sentirsi emancipate e “moderne” dovrebbero fare qualcosa di coraggioso, che sia il figliare senza la benché minima prospettiva di un futuro roseo  o l’andare in giro senza makeup per ostentare la propria sicurezza e personalità.

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Il diritto di essere donna

Mettere sullo stesso piano il diritto di truccarsi e quello di decidere di non procreare sembrerebbe ardito ma entrambi potrebbero costituire nient’altro che due facce della stessa medaglia, quella che idealmente vogliamo conferire alle donne comuni che non vogliono sentirsi dire ancora oggi cosa devono e cosa non devono fare per appartenere degnamente alla categoria femminile.

Per quanto strano possa sembrare, è ancora più sorprendente che siano le donne stesse ad alimentare a colpi di hashstag nuovi ed imbarazzanti limiti alla propria libertà, in nome di un femminismo che di certo non andrebbe scomodato per giustificare continui attentati al diritto di essere donna.

 

Sabrina Gottuso

Classe '86, web content e social media strategist. Appena ventenne ho iniziato a lavorare per diverse testate giornalistiche on-line e cartacee, tra le quali il Giornale di Sicilia. Su Verve Magazine racconto la mia passione per la moda, per il lifestyle e do spazio alle storie più sorprendenti.

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